Descrizione
Protagonista in queste poesie è Salvatore Violante, lui, vesuviano del 2000, abbarbicato alla sua terra, alla sua casa, alla sua donna. È lui, uomo tra gli uomini, con il suo dolore di vivere, ma anche con la sua forza di ribellarsi e di protestare. Se non temessi di lasciarmi prendere la mano dal mio mestiere, che è quello di filologa classica, definirei la sua opera una “Violanteide”, vale a dire una sintesi tra Iliade, Odissea, Eneide e Commedia umana, rivissute e trascritte in chiave moderna. Se non altro, per quel sentimento religioso che ti fa intravedere la presenza divina e l’andito dell’uomo a scoprirne il volto nella natura naturata e naturans. Del resto dove vuoi che Omero, Virgilio, Dante collocherebbero una discesa agli inferi del 2000 se non qui, ai piedi del Vesuvio? Qui, dove tutto sembra morto. Dove l’uomo ha toccato il fondo e, tuttavia, non può non tentare— aggrappandosi alla speranza di un aiuto sovrumano– la risalita……..